Daniele Carcassi si racconta ad Aldo Dushi per Puntaccapo, rivista indipendente di studenti dell'Università di Bologna.

Estratto
"L'altro giorno ho fatto due chiacchiere con Daniele Carcassi, musicista, compositore e improvvisatore, nonché studente di Sound Design presso il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, trapiantato in questa città da 4 anni.
La Scena Bolognese ha influito sul tuo approccio alla musica?
Sicuramente, questa città ha una mentalità molto aperta ed essendo rigogliosa di eventi e musicisti di tutte le estrazioni ciò la rende un terreno costantemente fertile.
Credo che per molti degli studenti che la vivono sia una prima "esperienza fuori casa" che invoglia in qualche modo ad essere curiosi, a scoprire e promuovere l'emersione di culture e generi che in altre scene avrebbero più difficoltà a farlo, come per esempio quella fiorentina dalla quale provengo.
Dalla nuova vita a Bologna ci sono state evoluzioni artistiche?
La mia ricerca musicale si è evoluta parecchio grazie prima di tutto allo studio, ma anche al substrato underground della città che mi ha permesso di ascoltare e coltivare continuamente nuove musiche. Oltre a questo mi sono tenuto attivo sul campo, suonando sia in vari eventi della città, come Martini Elettrico, Bologna Modern, Poverarte, Discomfort Dispatch, sia fondando vari progetti che tutt'ora si muovono all'interno della rete artistico-musicale bolognese, come Sinestesie, volto all'organizzazione clandestina di eventi musicali sperimentali, Elettronica Collettiva Bologna, un collettivo di musicisti nato all'interno del Conservatorio di Bologna, e SDG - Senza Distinzioni di Genere Lab, un laboratorio di improvvisazione musicale basato sul linguaggio elettroacustico in collaborazione con La Zecca: Fucina Musicale all'interno degli spazi di Labàs.
Inoltre, sempre nel campo dell'improvvisazione, ho portato avanti un duo insieme al mio amico, coinquilino e compagno di avventure Giovanni Onorato e, dall'anno scorso, sono entrato a far parte di Minus, un collettivo di improvvisazione volto alla ricerca di nuovi schemi musicali.
Nel frattempo ho suonato costantemente in varie feste, continuando a comprare vinili e a portare avanti la ricerca musicale più ballabile.
Parlaci dell'Album "Habitat"
Habitat è un album "vegetale" che non può fare a meno della tecnologia, pieno di materiali che mi piace definire "organici" ma al contempo di natura "elettronica", influenzato sicuramente dal percorso accademico di stampo elettroacustico, ma non per questo accessibile solo a pochi. L'artwork è stato realizzato dall'amico e pittore Lorenzo Tonda e nasce dall'unione di concetti paralleli: l'esistenza di un ambiente naturale, la sua possibile nuova creazione e le esperienze e riflessioni filosofiche di Carlo Sini sull'intelligenza artificiale.
Lo scorso 6 Aprile è uscito il video del primo singolo Esoscheletri, dove arpeggi sintetici si uniscono a fasce elettroniche e materiali reali in una danza primordiale."
Intervista di Aldo Dushi
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